È stata inaugurata sabato 16 marzo la mostra “Siamo cresciuti insieme”, nell’ambito delle celebrazioni per l 150° anniversario della fondazione del Patronato pei Figli del Popolo – oggi Azienda Servizi alla Persona Patronato pei Figli del Popolo e Fondazione S. Paolo e S. Geminiano, che gestisce tre comunità per bambini e ragazzi dagli 11 ai 19 anni.
Presenti al taglio del nastro il Presidente di ASP Patronato Andrea Manzotti, il Sindaco della città di Modena Gian Carlo Muzzarelli, gli Assessori comunali Andrea Bortolamasi e Roberta Pinelli e la consigliera Francesca Maletti in rappresentanza della Regione Emilia – Romagna, oltre a tanti ex patronatini e ad un gruppo di ragazzi ospiti delle comunità odierne gestite da Asp Patronato.
La mostra “Siamo cresciuti insieme”, curata da Stefano Bulgarelli del Museo Civico e da Laura Niero dell’Istituto Storico, è stata allestita presso la Sala del Leccio del Complesso culturale San Paolo ed è stata inaugurata stamattina con la partecipazione della Banda cittadina, che ha suonato alcuni brani del repertorio della banda musicale del Patronato, formata da ragazzi ospiti.
La mostra è ad ingresso gratuito e resterà aperta fino al 14 aprile (dal martedì al venerdì dalle 16.30 alle 19.30 e sabato e domenica 10-13 e 16.30- 19.30).
Il percorso espositivo, senza alcuna pretesa di essere esaustivo, si propone di illustrare i diversi ambiti della vita dell’istituto avvalendosi di documenti, opere d’arte, fotografie, strumenti musicali e oggetti del lavoro presenti nell’archivio storico del Patronato e in quelli di altre istituzioni cittadine.
Lo scopo è quello di accompagnare il visitatore fra le stanze del Patronato per conoscere la vita quotidiana che vi si svolgeva, comprendere le situazioni a cui voleva dare risposta, aprire una finestra sul presente: riattivando la memoria di un luogo dimenticato, ripercorrendo la strada che va dall’abbandono all’autonomia, passando per la vita in comunità (una nuova famiglia), la scuola, il gioco, lo sport e la musica, fino all’avviamento al lavoro, è possibile ritrovare il senso del lungo cammino compiuto dalla nostra città nella direzione del riconoscimento ed affermazione dei diritti dei minori e rimotivare la responsabilità che abbiamo nei confronti delle nuove generazioni. Tale aspetto è testimoniato in mostra dalle fotografie contemporanee appositamente realizzate presso le comunità semi-residenziali Quarantuno100, Rua Muro e San Paolo. Il Patronato ha attraversato un ampio arco cronologico adattandosi ai cambiamenti sociali e culturali, affrontando gli effetti di due conflitti mondiali, particolarmente pesanti per l’infanzia, trasformando la propria struttura per essere adeguato alle nuove urgenze e vulnerabilità dei minori, aprendosi alle emergenze educative della contemporaneità, e ciò è stato possibile perché ha trovato nella città di Modena quell’attenzione e quella considerazione necessarie e indispensabili alla sua crescita.
La mostra ha inoltre dato la possibilità di valorizzare un patrimonio artistico pressoché sconosciuto: due dipinti rispettivamente di Fermo Forti e Geminiano Mundici, ma soprattutto tre busti-ritratto di benefattori realizzati negli anni Dieci da Giuseppe Graziosi, già ospite del Patronato negli anni in cui frequenta il Regio Istituto d’Arte. Da segnalare anche importante collaborazione tra il Museo Civico e l’IPSIA CORNI attraverso l’Associazione Amici del Corni; infatti nella sezione dedicata all’Avviamento al lavoro”, la pulitura degli attrezzi e oggetti esposti provenienti dalla Raccolta della Vita contadina afferente al Museo Civico di Modena è stata svolta volontariamente da studenti delle classi 1A e 3H, 4L dell’IPSIA Corni, sotto la direzione dei professori Dario Gamba, Paolo Nannini e Anis Zahou, e la guida del prof. Tiziano Quartieri (Associazione Amici del Corni), nell’ambito della collaborazione tra il Museo e l’Istituto per la realizzazione del laboratorio di antidispersione scolastica “Un ombrello per tutti”, finanziato coi fondi del PNRR.” Gli oggetti esposti rimandano alle attività di fabbro, falegname e calzolaio.
La mostra beneficia del sostegno di Banca di Piacenza, Cleto Chiarli 1860, Summa S.r.l., Società Operaia di Mutuo Soccorso di Modena.